A OGNUNO LA SUA MOTO

Almanacco illustrato del Motociclista

di Kiddo & Ruggeri

A ognuno la sua moto

Si fa presto a dire “moto”. Anche all’occhio del più vile dei profani risalterà all’occhio molto chiaramente la diversità di forme, colori, dimensioni, stili delle motociclette radunate in un piazzale su un Passo d’estate.
Anche se fossero tutte di un raduno della stessa marca e modello probabilmente si farebbe molta fatica a trovarne due perfettamente identiche, anche senza sconfinare nello sconfinato universo delle personalizzazioni, customizzazioni, che terremo presente come una infinita appendice al ragionamento che ci apprestiamo a fare in questa pagina di AIDM.
Le Case motociclistiche sembrano impegnate nell’eterna lotta di differenziare, colorare, evolvere ciascun modello, che spesso non dura in catalogo più di una stagione con la stessa “taratura delle sospensioni” (che non significa in effetti un cazzo, qualora ve lo siate mai chiesti), con le stesse dotazioni o addirittura cilindrata; quasi che ad ogni Motociclista si voglia offrire la moto sviluppata personalmente per lui.
Dice questa moto per chi l’avete pensata?! Per Marco, lui! E Marco si sente tutto felice di avere la SUA moto, proprio di quel colore, quell’anno, quella cilindrata, quella taratura delle sospensioni…
Ovviamente scegliere una moto è un atto condizionato da diversi fattori. Statisticamente sopravvive ancora quello che non ci capisce una mazza. Entra dal concessionario dove è sempre andato, trova un cancello in offerta, è la sua! Ed esce più felice di Marco. Te sei l’unico Motociclista che conosce, e benché ti debba 7.000 euro e non risponda mai al telefono ti chiama e ti dice “ho comprato la moto” “che moto è?” gli chiedi un po’ ingenuamente. “Non lo so era in offerta”.
Il vero paradigma per la scelta della moto giusta è ovviamente l’uso che si intende farne. Ovvero, si può anche pensare di andare a fare cross, ma con una roadster si deve essere davvero bravi per provarci. Non che qualcuno non ci riesca, ovvio, ma scegliere un modello adventouring, per esempio, in base alle proprie capacità e che abbia le caratteristiche giuste quali comodità, potenza, peso, erogazione, dotazione elettronica ma soprattutto costo giusti non è semplice. Se si pensa che ci dovremo anche andare a lavorare durante la settimana, sarà ancora più difficile, senza considerare la scelta della gomma giusta: pensare di avventurarsi in tangenziale con un tassello peso la mattina che si inizia il turno alle 6 mentre piove, non è consigliabile. Uno dei fattori maggiormente condizionanti da sempre è il fattore F. Potreste aver messo gli occhi addosso alla più incredibile delle creature a motore tipo una HP2 uscita di vetrina a 5.000 euro, se la donna non ci sta comoda potete anche mangiarvi il cilindro ma in garage non la metterete mai. Anche in questo caso con le dovute eccezioni. Non sono rari i casi di coppie che giravano l’Europa in tempi in cui non si aveva tutti sti bisogni da fighette tipo rimanere immuni dai reumatismi oltre i 35 anni o evitare di ustionarsi con lo scarico a ogni viaggio, e si andava in Scozia in due, in tenda, con l’851; o in Portogallo, sempre in coppia, con mezza sella di un Superténéré 750 (caso personale).
Al fattore uso che si intende farne si somma il più insidioso, ovvero il consiglio degli amici. Si può rischiare di rimanere invischiati in una Chat di Uozàp per decenni con un branco di più o meno sconosciuti che elargiscono consigli seduti sul cesso col telefonino in mano senza prendere una decisione. “stai scherzando?! Una GS 1200 con 24.000 km, ma del 2013? lo sai che le prime avevano questo e quello…” e te ovviamente desisti, anche perché ogni moto, ogni modello, ogni colorazione potrà essere criticabile e gli “amici” sapranno darsi il cambio sulla tazza del cesso per regalare consigli (quasi sempre non richiesti). “Una Buell?! Ma sei pazzo?! Lo sai che non si trova più niente di pezzi? E poi che diavolo te ne fai?!” E in effetti trovare una risposta a questa domanda non è facile. Poi invece una mattina vai lì coi soldi in mano perché sei felice che il tipo dei 7.000 euri ti ha pagato, incredibilmente, e la Buell te la metti in garage lo stesso, ci esci tre volte l’anno ma quando la accendi e pensi che cavolo l’emozione che ti regala quel cancello non te l’ha mai data nessun frullatore, e se rimango a piedi ci rimango felice lo stesso perché so che me la sono cercata ma fino a quel momento cavolo se ho goduto!
Ed è in quel momento che capisci che non è tanto importante l’uso che ne dovevi fare, se andava meglio una taratura delle sospensioni o un’altra (che davvero non avresti saputo riconoscere la differenza neanche se le avessi provate in rapida sequenza) ma è la libidine che ti ha dato quella moto a essere importante, e che la moto giusta non era quella che gli amici pensavano fosse quella giusta per te, che se avessi preso l’Himalayan “così magari vai a farci un po’ di sterrati” non ti avrebbe reso altrettanto felice delle Kawa 300, che ti ha preso occhi e cuore semplicemente perché è verde, e nessun’altra ti è rimasta così nel cuore. La amerai e sarà quella giusta per te.
La moto, è bene comprare quella che ci piace; non quella che gli amici, il marketing, la funzionalità (tutta da dimostrare) dicono che sia la migliore per noi.
Difficilmente ce ne potremo pentire.

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