Almanacco oltranzista

di Kiddo & Ruggeri

Vecchi, oltranzisti!

I vecchi si comincia ad apprezzarli, o quantomeno non disprezzarli così tanto, solo quando ci si accorge che prima o poi diventeremo come loro, o che i prossimi saremo noi.

Arriva un momento, più o meno l’età di adesso degli autori di AIDM, in cui si ha una visione dalla vetta, dalla sommità di una curva ascendente e poi, inevitabilmente, discendente, della propria esistenza.

Dell’esperienza: accumulata e accumulabile, che si capisce non infinita ma ampliabile secondo volontà, forza ed energia, impegno, tenacia e curiosità verso le cose del mondo. E culo. Dello scorrere del tempo: inesorabile ma non necessariamente nemico se affrontato in maniera matura. Che non include, ovviamente, tingersi i capelli. Della salute: mentale alla ricerca di un equilibrio difficile e continuo fra il lavoro, che rischia di diventare una droga capace di fagocitare tutto il tempo a disposizione a discapito di famiglia, amici e svago, che sono invece le cose fondamentali per la felicità di una persona; e salute fisica, importantissima, tanto da essere preservata come un bene essenziale per iniziare la discesa nel migliore dei modi ma soprattutto non nostra proprietà, o almeno non soltanto, poiché saranno le persone vicine che dovranno assisterci se dovesse venire a mancare. Insomma, da malati, si rompe altro che ‘hoglioni.

Il vecchio Motociclista è quello un pezzo avanti nella discesa, lo vediamo che continua ad andare, complice senz’altro la discesa, e in buona misura lo invidiamo, consapevoli che tutti i calcoli di cui sopra li ha già fatti, ma non può che essere felice di avere tempo, energia e curiosità per continuare a fare quello che più gli piace, ovvero stare in sella alla moto, continuare a esplorare posti nuovi, magari guidato da qualcuno più giovane che, animato dalla sacrosanta voglia di scoprire nuove strade e condividerle, se lo porta dietro. Il vecchio è un po’ una palla perché a volte devi aspettarlo quando vuoi divertirti in banda e temi che ruzzoli sul salitone fangoso, o sul Passo di pedina quando perdi la sensazione del peso e ti sembrava di volare: non vuoi perdere il ritmo e pensi “ma se stava a fare l’orto”, e invece poi lo vedi che durante la giornata ti raggiunge sempre prima, fino a che non capisci se è lui che ha preso il ritmo o sei te che stai inevitabilmente crollando.

Il vecchio gioca tutto sulla costanza di rendimento. Parte piano e arriva piano, ha mestiere, conserva le energie, e ti fotte nel finale. È la dimostrazione vivente, consolante per molti versi, che quella voglia inesauribile di stare in sella è proprio tale. Cambieranno i modelli, diventeranno unicamente di un tipo solo, il bicilindrico frontemarcia che “lo vuole il mercato”, e te che ti domandi esattamente “quale?!”, ma il Vecchio si adeguerà. Ha guidato qualsiasi cosa del resto, dal trial alle quattro cilindri supersportive, dai bombardoni supermoto ai moderni elettrodomestici ipertecnologici, ma lui non scenderà dalla sella.

I Vecchi si commuovono, si emozionano quando arrivano in un posto particolarmente bello, e sai che sapranno apprezzarlo maggiormente dei più giovani, confrontandolo con un’infinità di altri luoghi meravigliosi conquistati in sella alla moto; non hanno fretta di ripartire perché devono fare innanzitutto pipì. I Vecchi sono anche quelli che ti danno più soddisfazione, soprattutto quando pronunciano la frase “qui ci devo tornare con mia moglie”, la compagna di un’infinità di viaggi, in quel momento a preparare le lasagne per i nipoti che vengono a pranzo. E capisci che quel posto allora ha davvero qualcosa di speciale.

I Vecchi, fino a poco tempo prima, camminavano come dei missili ed era un casino stargli dietro; poi, o hanno battuto qualche musata soda in terra e si sono resi conto del discorso della salute di cui sopra, con relativa fetta di merda da parte dei familiari, neanche fossero dei bambini; oppure hanno iniziato a rendersi conto dei pericoli e hanno chiuso un quartino di gas, cosa che li ha ricondotti giustamente nel loro box di Vecchi Oltranzisti.

Il Vecchio Oltranzista è in realtà amato, ammirato, rispettato, considerato e soppesato gravemente quando emana qualche verdetto tecnico nelle chat o la mattina al bar prima di partire; il Vecchio è lo spirito della compagnia, il collante, l’esperienza e il vero amore profondo per ciò che facciamo, per ciò che siamo. È lo specchio del nostro futuro, a volte l’invidia per ciò che riesce ancora a fare nonostante l’età, il timore che non è poi così lontano il tempo in cui saremo come lui, ma anche la consapevolezza che quella passione, quella voglia di esplorare, stare in sella, sentire il vento in faccia, provare l’emozione di partire a scoprire nuove strade, nuovi posti non ci passerà mai. Per fortuna.

Se vi siete riconosciuti in quest’ultima parte, e magari vi siete commossi, siete dei vecchi. E sicuramente domenica uscite in moto.

Lascia un commento